Intelligenza artificiale: investimenti raddoppiati nell'ultimo anno. Le previsioni fino al 2025
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Intelligenza artificiale: investimenti raddoppiati nell'ultimo anno. Le previsioni fino al 2025

Gli investimenti in intelligenza artificiale sono raddoppiati nell’ultimo anno. Questo è quanto emerge dalla quinta edizione dell’Artificial Intelligence Index Report, elaborato dall’Institute for Human-Centered AI della Stanford University. Un gruppo di esperti provenienti dal mondo accademico e dal panorama aziendale ha evidenziato che i privati hanno investito 93,5 miliardi di dollari (circa 85,35 miliardi di euro) nel 2021, ovvero più del doppio rispetto ai 46 miliardi di dollari (circa 42,5 miliardi di euro) registrati nel 2020.
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L'aumento della spesa in intelligenza artificiale: le previsioni fino al 2025

Proseguendo nell’analisi economica, si nota che le aziende AI attraggono round di finanziamento da più di 500 milioni di dollari con maggiore facilità (15 nel 2021 contro i quattro dell’annata precedente). I comparti start-up che ricevono più risorse sono il data management, processing e cloud (12,2 miliardi di dollari), mentre a seguire si collocano imprese operanti nei settori medicale e fintech. Abbiamo parlato di start-up, ma va annotato che il numero di aziende AI di nuova costituzione si è ridotto: 746 nel 2021 contro le 762 del 2020 e le 1.051 del 2019. 

Va ricordato anche quanto stimato in un rapporto IDC, che ha previsto negli States un incremento della spesa in intelligenza artificiale di un ulteriore 20% entro il 2025, per un volume complessivo a livello Paese pari a 120 miliardi di dollari (circa 110,8 miliardi di euro) e che porterà gli USA a rappresentare il 50% di tutti gli investimenti in intelligenza artificiale nel mondo. 

L’importanza dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro

L’ascesa dell’economia legata all’intelligenza artificiale ha portato anche a un cambiamento nel mercato del lavoro. L’incremento maggiore di assunzioni è riscontrato in Nuova Zelanda e a Hong Kong, mentre in Europa si difendono brillantemente Svezia, Lussemburgo e Irlanda. Se si osserva l’offerta di lavoro, invece, calcolando gli annunci specifici in rapporto alla totalità delle proposte di assunzione, emerge Singapore, tallonata da USA, Canada e Gran Bretagna. 

Nel mercato americano, su cui si concentra in particolar modo lo studio della celebre Università californiana, sono particolarmente ricercate quelle figure specializzate nel machine learning, nelle reti neurali e nell’elaborazione del linguaggio naturale. Gli Stati Uniti d’America rappresentano il Paese leader negli investimenti privati in intelligenza artificiale e raddoppiano i volumi economici fatti registrare dalla Cina. Il gigante asiatico, però, eccelle nella quantità di pubblicazione, conference e repository AI (+62,3% rispetto al panorama americano). 

Il maggior numero di posti di lavoro legati all’impiego di soluzioni legate all’intelligenza artificiale si trova nel settore dell’informazione (3,3% degli occupati), seguito dai servizi professionali ICT (scientifici e tecnici, 2,59%). C’è spazio anche nel campo dell’industria manifatturiera (2,02%) oltre che in quello della finanza e delle assicurazioni (1,81%), senza dimenticarsi del settore primario (0,95%). Si collocano più indietro la pubblica amministrazione e i servizi educational. 

Il futuro dell’intelligenza artificiale: gli investimenti e la crescita entro il 2025

Secondo quanto riportano i ricercatori della Stanford University, gli investitori non stanno scommettendo più di tanto sul presente, ma soprattutto sul futuro e sul potenziale dell’intelligenza artificiale nel mondo di domani. Al momento incidono anche le varie problematiche di responsabilità etica e civile, che richiedono tempo per la loro sistemazione all’interno di un quadro di regole e principi. 

Dalla ricerca emerge il rischio di una possibile speculazione su questo tipo di tecnologia e sulle sue applicazioni, poiché molte società starebbero cercando di attrarre finanziamenti in progetti che potrebbero deludere le aspettative, causando un temuto cambio di atteggiamento da parte degli investitori privati e un effetto deflazionistico.   

Il rapporto IDC si proietta verso il 2025 e ritiene che tra tre anni i principali segmenti destinatari degli investimenti in intelligenza artificiale saranno quello del commercio e del retail (28%), seguiti da quello bancario. Si tratta di una visione interessante e che fa capire come le grandi aziende si stiano muovendo e in quale area si trovano le realtà più virtuose, già proiettate al futuro per quanto concerne la AI. 

Il futuro dell’intelligenza artificiale: gli investimenti e la crescita entro il 2025

I brevetti di intelligenza artificiale e l’impatto sul mondo reale

Un altro parametro che certifica la crescita esponenziale dell’intelligenza artificiale a livello globale riguarda la richiesta dei brevetti, aumenta a tassi record su scala mondiale: si parla addirittura di un incremento di 30 volte rispetto a quanto si era verificato nel 2015, i numeri sono raddoppiati rispetto al 2020. Emerge una concorrenza naturale tra USA e Cina, ma i due Paesi hanno instaurato una proficua partnership che ha portato a pubblicare ricerche in comune e a instaurare un grado di collaborazione superiore rispetto a quello tra altre Nazioni. 

Jack Clark, responsabile del programma AI Index insieme a Ray Perrault, ha tirato le sue conclusioni in merito al report e ha affermato che il 2020 è stato un anno di svolta per l’intelligenza artificiale, passata dalla fase di tecnologica emergente a una fase di maturità. L’AI è uscita definitivamente da un settore legato esclusivamente alla ricerca scientifica, ma è diventata un fattore capace di avere un enorme impatto sul mondo reale. 

Intelligenza artificiale e machine learning: la soluzione omnicanale per aiutare le aziende

L’intelligenza artificiale si può abbinare a soluzioni omnicanale, come quelle garantite da Ingo e Xenialab. Attraverso l’intelligenza artificiale conversazionale è infatti più semplice ottenere la risposta a una richiesta e ricevere informazioni esatte. All’atto pratico il machine learning migliora di volta in volta l’apprendimento dell’intelligenza artificiale, fornendo soluzioni sempre più corrette, precise e ottimizzate. 

Questa soluzione comporta anche una riduzione dei costi di formazione e di presidio, perché può essere affiancata al customer care tradizionale e può gestire autonomamente i processi, con un aiuto immediato, omnicanale e responsivo. L’intelligenza artificiale è estremamente utile perché fornisce un aiuto nel modo più semplice ed efficace possibile. 

L’AI conversazionale permette anche di tracciare e memorizzare la soddisfazione del cliente, fornendo analisi specifiche sulla percezione del customer service da parte degli utenti. La possibilità di avere un servizio a disposizione 24 ore su 24 assicura al consumatore la percezione di essere seguito in maniera attiva dall’azienda. 

XCALLY, l’utilizzo pratico dell’intelligenza artificiale

XCALLY permette di sfruttare al meglio la Conversational AI per interagire in modalità naturale con gli utenti, con una soluzione omnicanale per voce, chat, email, sms, fax e ulteriori canali (social network come Facebook, messaging app come Whatsapp…) attraverso API standard. XCALLY è il software omnicanale che permette alle aziende di interagire al meglio con i propri clienti, riducendo i tempi di attesa.

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