Sostenibilità del servizio sanitario nazionale
CRM, Health

Sostenibilità del servizio sanitario nazionale

La sostenibilità del servizio sanitario attuale dipende, in primo luogo, dall'introduzione di nuove modalità di gestione, improntate alla tecnologia e innovazione.
... di lettura

Il contesto di riferimento

La popolazione mondiale sta lentamente ma inesorabilmente invecchiando, e le proiezioni demografiche ed epidemiologiche attuali rivelano come l’equilibrio tra chi è in salute e chi invece affronta difficoltà che richiedono interventi ospedalieri, perlomeno nella parte di mondo più sviluppata, stia diventando precario.

Il ricorso ai servizi sanitari è quindi di anno in anno un processo sempre più complicato e riguarda una fascia della popolazione molto ampia e che andrà, necessariamente, ad aumentare.

In Italia la curva di invecchiamento è in crescita, e ciò si ripercuote necessariamente sul nostro sistema sanitario.

Quello che è  evidente quindi, allo stato attuale, è come l’assetto organizzativo, strutturale e tecnologico del servizio ospedaliero italiano stia subendo una congestione tale da rendere impossibile la conduzione semplicemente tramite i sistemi di finanziamento fino ad oggi utilizzati.

Come ovviare al problema?

Le proposte messe sul tavolo, hanno spesso promosso modifiche in qualche modo opposte all’attuale tendenza ospedaliera, sempre volta solo all’iperspecializzazione delle competenze  mediche.

Ciò che ci si auspica, nel breve termine, è invece la realizzazione di strategie che mirino a raggiungere traguardi di efficienza ed empowerment che portino a:

  1. migliorare l’assistenza sanitaria a livello qualitativo
  2. ottimizzare le risorse, attualmente numericamente inadeguate
  3. ovviare agli errori medici
  4. gestire con maggiore efficienza i sistemi di prenotazione, controllo e direzione

La resistenza da parte delle strutture sanitarie e dai dipendenti del settore al cambiamento, è ciò che rende maggiormente difficoltoso un programma mirato alla sostenibilità del servizio sanitario nel nostro paese.

Posto il limite economico e di personale, sicuramente invalidante per molti contesti ospedalieri, è però possibile investire in realtà esterne che possano colmare il gap tecnologico e organizzativo delle strutture sanitarie di piccole e medie dimensioni, andando ad agire sulle debolezze proprie di alcune situazioni, ottimizzandone il rendimento e quindi le spese.

  • Sanità digitale e CUP telefonico

Linformation technology è una realtà evolutiva per la sanità pubblica che non va sottovalutata.

Il fascicolo sanitario elettronico, l’interattività e una gestione a 360° del lavoro sanitario sul paziente, sono solo alcune delle possibilità che si aprono a chi voglia incamminarsi verso la cosidetta Connected Care.

La transizione verso forme di customer service telefonico sanitario, piuttosto che processi telematici di digitalizzazione e dematerializzazione delle cartelle cliniche o la gestione delle prenotazioni da remoto: ognuno di questi tasselli va a realizzare un nuovo modo di intendere, organizzare e snellire la parte meramente burocratica che appesantisce un percorso sanitario, focalizzando l’attenzione sul vero protagonista, il paziente.

  • Privatizzazione o no?

Marco Geddes da Filicaia, vice presidente del Consiglio Superiore di Sanità, nel suo libro: “La salute sostenibile. Perché possiamo permetterci un servizio sanitario equo ed efficace”, propone un compromesso tra chi promuove una virata del nostro sistema sanitario verso il privato, considerando invece la possibilità di integrazione tra realtà diverse e, per alcuni, dicotomiche.

Un SSN con adeguati finanziamenti pubblici, fondi privati integrativi che siano orientati a prestazioni non garantite in ambito pubblico e infine fondi sanitari territoriali, come una sorta di mutua pubblica integrativa su base regionale.

Questo sistema sanitario ibrido, a cui affiancare ovviamente il regime di solvenza, convenzioni e tariffe calmierate, resta, per Geddes da Filicaia, l’unica possibilità per una reale sostenibilità.