Non sempre siamo in grado di prevedere una criticità, sopratutto quando si tratta di aziende, ed ecco perché è fondamentale avere un Business Continuity Plan (BCP), per assicurare continuità operativa a tutti i processi del tuo business, senza ritardi o malfunzionamenti.
Allo stesso modo è indispensabile poter offrire l’alternativa di uno Smart working efficiente ai dipendenti, ed affrontare quindi al meglio ogni aspetto della tua attività.
Ciò che sta accadendo in questi ultimi giorni a causa del Covid-19 e che coinvolge non solo le città, ma intere Province e Regioni, pone l’accento sulla necessità di dotarsi di nuove modalità lavorative, per piccole, medie e grandi aziende.
Cos’è il Business Continuity Plan
Il BCP o in italiano, Piano di Continuità Operativa, consiste in un insieme di misure di sicurezza che un’azienda deve mettere in atto per garantire i propri processi operativi in caso di eventi eccezionali in grado di comprometterne la continuità.
Disastri ambientali, guasti, interruzioni di corrente o eventi inaspettati di origine esterna che in qualche modo potrebbero minare il corretto svolgersi della routine aziendale.
Iniziando con un Risk Assessment, il conseguente BCP permette di
. Che cos’è la continuità aziendale? La continuità aziendale (BC) si riferisce al mantenimento delle funzioni aziendali o alla loro rapida ripresa in caso di grave interruzione, causata da un incendio, inondazione o attacco maligno da parte dei criminali informatici. Un piano di continuità operativa delinea le procedure e le istruzioni che un’organizzazione deve seguire di fronte a tali catastrofi; copre processi aziendali, risorse, risorse umane, partner commerciali e altro ancora.
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In questo modo non solo hai sempre con te lo strumento, ma anche tutte le funzionalità che normalmente hai a lavoro, le ritrovi anche a casa in smartworking e il tuo business non si ferma.
Quindi lo #smartworking non e’ solo a tutela del lavoratore, ma anche tutela del business! E’ una questione di risk management e business continuity aziendale (sia nel privato che nel pubblico) fare smartworking in questa situazione!
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Smart working cosa prevede la legge
La Legge n. 81/2017 contiene la definizione di lavoro agile (o smart working):
modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa. Con il Dpcm del 23 febbraio 2020, il Governo è intervenuto per rendere più immediato il ricorso allo smart working, o “lavoro agile”, nelle aree considerate a rischio per l’emergenza Coronavirus.
Dal punto di visto economico e normativo, il trattamento è identico a quello di chi svolge la propria attività lavorativa con modalità ordinarie, secondo le modalità INAIL della Circolare n. 48/2017.
Il 23 febbraio 2020 il Governo ha emesso un Decreto Attuativo, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 in cui lo smart working potrà essere attuato nelle aree a rischio, anche senza un accordo individuale.
L’accordo verrà sostituito da un’autocertificazione in cui si dichiara che il lavoro agile sarà svolto da un soggetto residente in una delle aree a rischio.
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Smart working le tecnologie necessarie
Un tema da non sottovalutare, quando parliamo di lavoro agile, è la questione tecnologica. I device aziendali (computer portatile, cellulare ecc) devono necessariamente essere utilizzati tramite una rete internet funzionante e funzionale: adsl o fibra.
Connettersi in remoto con intranet aziendali e la necessità di ricevere email o anche di effettuare tele o video conferenze, sono elementi essenziali.
La possibilità di lavorare da remoto, in ambiente domestico o anche in spazi pubblici, non deve in alcun modo inficiare l’attività.
Smart working definizione
Secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano si tratta di: ”Una nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati”.Ma nella sostanza il lavoro smart cos’è? Si tratta di una modalità lavorativa in cui il dipendente può scegliere in totale autonomia dove e quando svolgere il proprio lavoro, senza una postazione prefissata né orari prestabiliti.Sarà quindi possibile lavorare in ufficio, da casa, in un bar, in un locale pubblico semplicemente utilizzando un computer portatile e una connessione internet. Questo perché la produttività del lavoratore non sarà misurata in ore ma in obbiettivi da raggiungere.
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Lavorare da casa in momenti di emergenza
Questa tipologia di lavoro innovativa, si sposa perfettamente con tutti i casi di emergenza o difficoltà, com’è appunto l’attuale situazione italiana dovuta al Covid-19 e alle misure intraprese per prevenire il contagio.Non è però questa la prima volta in cui si fa ricorso allo smart working in situazioni limite: si pensi ad esempio al crollo del Ponte Morandi e alle criticità che ne conseguirono nei giorni e nelle settimane successivi.Senza per forza arrivare a casi limite, un dipendente può sfruttare lo smart working (o il telelavoro) in situazioni come malesseri di lieve entità, se non vuole appunto mettersi in malattia, o complicazioni logistiche (auto in panne, mezzi in sciopero) o comunque in quei casi in cui non sussistano reali impedimenti allo svolgimento della propria attività, ma semplicemente non sia possibile raggiungere il posto di lavoro.
Come funziona lo smart working in Italia
Sebbene sia una pratica piuttosto nuova nel nostro Paese, l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano ha verificato un incremento del 58% da parte delle grandi imprese in merito ad incentivi ed iniziative legate al lavoro agile. Anche le PMI sembrano volersi inserire in questa scia e i progetti strutturati sono cresciuti dall’8 al 12% nell’ultimo anno.
Anche la Pubblica Amministrazione sta costituendo progetti improntati allo smart working, anche per il prossimo anno.