Registro delle Opposizioni: tutte le novità per operatori e contact center
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Registro delle Opposizioni: tutte le novità per operatori e contact center

Dal 27 luglio è cambiato il regolamento del Registro delle Opposizioni. Quali sono le principali novità e quali sono le modifiche di rilievo per operatori e contact center?
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Registro Pubblico delle Opposizioni: le ultime novità

Il Registro Pubblico delle Opposizioni ha subito delle modifiche importanti negli ultimi mesi. Lo scorso 27 luglio è entrato in vigore il nuovo regolamento, che intensifica le procedure contro il telemarketing effettuato dagli operatori commerciali. Chi lo desidera può infatti iscriversi per evitare di ricevere chiamate indesiderate, sia su rete fissa che su quella mobile.  

Va inoltre specificato che un utente è libero di selezionare le aziende da cui vuole continuare a essere contattato. Le modifiche al ROP e la presenza del Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) rappresentano un importante freno al telemarketing invasivo. Scopriamo nel dettaglio tutte le novità che interessano da vicino i contact center. 

Cosa cambierà per contact center e imprese con il nuovo Registro delle Opposizioni?

L’introduzione del nuovo regolamento ridurrà la platea dei potenziali clienti per i vari operatori, che saranno così chiamati ad affrontare un periodo complicato. Al momento il settore assorbe circa 120.000 professionisti, ma la revisione del ROP potrebbe comportare delle conseguenze a livello occupazionale. 

I contact center e i call center devono iscriversi al ROC e non possono contattare i consumatori che si sono iscritti al Registro delle Opposizioni. Se dovessero perseguire nella propria pratica, rischiano di ricevere la segnalazione di abuso da parte dell’utente, il quale può risalire al nome dell’outsourcer attraverso la barra di ricerca presente sul sito dell’Agcom. 

Registro delle Opposizioni: le novità in atto per gli operatori

Gli operatori che intendono utilizzare numeri nazionali per finalità di marketing devono consultare il nuovo RPO prima dell’avvio di ogni campagna e ogni mese. L’operatore dovrà consultare il Registro delle Opposizioni non soltanto in caso di contatto diretto con l’utente, ma anche in caso di cessione a terzi.  

Va ricordato che, una volta inserito il proprio numero telefonico nel Registro delle Opposizioni, le chiamate degli operatori di telemarketing saranno bloccate entro 15 giorni. Chi violerà il diritto di opposizione potrà arrivare a pagare multe fino a 20 milioni di euro, per le imprese sono previste anche sanzioni pecuniarie fino al 4% del fatturato annuo. 

Stop al telemarketing selvaggio? Il problema di società non iscritte al ROC e operanti all’estero

Nel regolamento sono però presenti due nodi che non sono ancora stati sciolti, come evidenzia il Codacons, e che dunque potrebbero dare ancora linfa al cosiddetto telemarketing selvaggio. Ad esempio i contact center che hanno sede all’estero, ma che con le proprie telefonate raggiungono i cittadini italiani, non sono tenuti ad applicare la normativa vigente entro i confini nazionali.  

Inoltre è emerso anche il problema di quelle società che non sono iscritte agli elenchi ufficiali del telemarketing: operano in maniera illecita, poiché è obbligatorio essere registrati al ROC per poter operare, e dunque eludono le nuove disposizioni. 

Il parere del Garante della Privacy

Pasquale Garante, Garante per la protezione dei dati personali, aveva dichiarato nel corso di una audizione davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla tutela dei consumatori: “Nonostante il contributo positivo offerto dalla legge sul registro delle opposizioni, il sistema nel suo complesso non riesce ancora a contrastare del tutto il telemarketing selvaggio, che resta un fenomeno endemico per diffusione e radicamento nelle strutture economico-sociali, non solo italiane. Il fenomeno è assurto a simbolo dell’invadenza del mercato nella vita privata individuale e dunque, per converso, della privacy come difesa di uno spazio esistenziale intangibile e sottratto alle ingerenze esterne”. 

Stanzione aveva proseguito: “La sua persistenza non si può, naturalmente, spiegare solo in base a un determinato fattore, essendo il prodotto di cause di ordine tanto economico quanto normativo, strutturale quanto sovrastrutturale. Esso è, infatti, profondamente connaturato al sistema capitalistico attuale, in cui la pubblicità diviene sempre meno generalista e sempre più selettiva, individuale e come tale fortemente intrusiva. E tuttavia non aiuta, sul piano normativo, la vigenza, nella larga maggioranza dei Paesi, del sistema dell’opt-out, che per bloccare le chiamate promozionali esige l’iscrizione in un apposito registro, all’opposto del sistema dell’opt-in, che impone invece il consenso preventivo per legittimare il telemarketing“. 

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